sabato 7 luglio 2007

Buona la quarta!

Tra il dire ed il fare ce ne passa, questo lo sappiamo, e lo sapevano anche i nostri vecchi che lo scandivano a suon di proverbi. Pinzolo, ai piedi delle Dolomiti. Tra cinque giorni ci arriverà la Juve ad allenarsi, ma fino ad allora le strade saranno battute dai soli runners amatori, più o meno allenati. Ecco, io sono tra quelli che sono a Pinzolo prima della Juve e precisamente tra i meno allenati.
La voglia però è tanta. Voglia di tornare a correre, voglia di buttar giù qualche chilo di troppo, voglia di fare sport per rimettermi un pochettino in sesto.
La voglia di spaccare il mondo c’è da quando a Milano ho preso in mano le scarpe per correre. E quasi non mi ricordavo più di che colore fossero. La voglia aumenta salendo in auto verso le Dolomiti, vedendo il sole, gli altri indaffarati a macinare chilometri.
E così arrivo al dunque. Scarpe allacciate, sole in faccia, pronti partenza via. E dopo pochi minuti la schiena mi manda un messaggino: “Ahi, guarda che così mi fai male!”
Mmh…devo fare un po’ di stretching e mentre lo inizio mi viene in mente il perché ogni volta che voglio correre smetto subito; per la schiena non spezzata ma piegata ormai da due anni e passa.
Riparto. Certo, non corro da mesi e mesi: nell’ultima partita di calcio che ho giocato, a maggio, ho fatto 3 interventi rispettivamente con i reni (2) e con un polmone (1) e per forza di cose dopo trentacinque minuti mi si accende la spia della riserva: il fiato è finito.
Tornare verso casa è uno strazio: fiato corto, milza in fiamme, sorpassi subiti come fossi una Stilo che partecipa ad un gran premio di Formula 1. Il morale è basso, ma sono ben cosciente che le attenuanti sono parecchie.
Quello, il morale, crolla nelle due uscite successive: senza sole, con lo stesso poco fiato, con le gambe più dure, con la schiena un po’ meno prima donna ma senza senza senza vedere incrementi.
Arriva Venerdì, oggi. Solito rituale, lo scetticismo è diradato dal sole oggi finalmente degno di essere griffato “luglio”. Dopo pochi chilometri, nulla. Niente fiato corto, niente schiena lancinante, niente gambe dure.
Sono a metà strada, sono fresco! Il morale, quello che per scendere in basso ci aveva messo quattro giorni, in sediciminuti-dico-sedici è alto come l’Adamello che è qui dietro.
I pensieri si susseguono, i programmi si fanno chiari: il fiato è spezzato, ora si và. Arrivo alla fine del mio solito giro ma dopo una breve occhiatina alla stradina di casa le mie scarpe voltano a destra, dirette: oggi si fa il doppio. Sì, il doppio esatto rispetto alle altre volte.
Arrivo a casa, stanco ma nemmeno tanto. Lo ero di più le altre volte, sissignore. Oggi ho volato.
E ho pianificato. Di sfasciare le suole delle mie scarpe da running questa estate.
Tra il dire ed il fare ce ne passa, ma il fiato per dirlo adesso ce l’ho!