mercoledì 10 ottobre 2007

Ministro senza Borsellino


"Dopo anni di inadempienze, ho fatto concedere io la pensione alla famiglia Borsellino. Ricordo a Salvatore Borsellino che, come vede, non disprezzo le persone per bene che hanno portato avanti un'idea di giustizia nell'ingiustizia" (Clemente Mastella, ministro della Giustizia, conferenza stampa, 5 ottobre 2007).


"Voglio far notare in primo luogo al Ministro Mastella che non mi risulta di avergli mai contestato di disprezzare 'le persone per bene che hanno portato avanti un'azione di giustizia nell'ingiustizia' e domandargli se pensa che esista una ragione per la quale avrei dovuto farlo. In secondo luogo gli ricordo che, non essendo il sottoscritto né coniuge né figlio di Paolo Borsellino, ma bensì fratello, non può spettarmi alcuna pensione vitalizia e che questa viene in ogni caso assegnata dallo Stato e non 'concessa' dal ministro. In terzo luogo, gli faccio sapere che il sottoscritto si è rifiutato di presentare la domanda di erogazione, da parte anche in questo caso dello Stato e non del ministro, della 'provisionale', prevista dalla legge, che può essere richiesta dai familiari delle vittime di mafia che si costituiscano parte civile nel realtivo processo. Il sottoscritto ritiene infatti che compito precipuo delle Stato doverebbe essere, prima che l'erogazione di anticipo su un impossibile 'risarcimento', il rendere giustizia alle vittime della mafia" (comunicato di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, 6 ottobre 2007).

Detto e non fatto


Per quale oscura maledizione capita che in Italia i ministri non riescano quasi mai a mantenere le loro promesse? Prendiamo il ministro dell'Interno, Giuliano Amato. L'inverno scorso, di fronte ad una raffica di omicidi nel Napoletano più fitta che mai, era sceso in quella città dicendo «ora basta», promettendo che le forze dell'ordine non avrebbero più dato respiro alla delinquenza, che Napoli sarebbe tornata vivibile. Detto e «non» fatto: ieri un povero tabaccaio è stato l'ennesima vittima di una catena di delitti che prosegue inarrestabile; mentre da mesi, naturalmente, il ministro dell'Interno non si fa sentire né si preoccupa di spiegare perché le cose a Napoli e dintorni continuino ad andare così male, cos'è che non ha funzionato. E così lo Stato italiano fa la figura del solito Stato inefficiente, inaffidabile, che parla tanto per parlare, incapace di mantenere i propri impegni: e Beppe Grillo e Michele Santoro si leccano i baffi, pregustando comizi e palinsesti.