sabato 29 dicembre 2007

Pausa


Piccolo intervallo in attesa che i lettori diano un'occhiata agli interventi più vecchi e votino e suggeriscano e critichino più o meno duramente.

A presto, per qualche considerazione sull'anno che si sta concludendo (anche personale, curiosi!).

venerdì 28 dicembre 2007

VOTA!


...e fai votare!!! Il sondaggio serve per capire quanti siete a sfogliare queste pagine e se vi piacciono!
Sarebbe molto utile un commento qui sono (non serve alcune registrazione) sul blog con critiche e osservazioni a volontà!

Buone feste,

Marcello

Martedi band su youtube.com





Da ieri su http://www.youtube.com/ si trovano video della rock band Martedi, composto da:


Luca Gregorio: voce e chitarra acustica
Lorenzo "Capobanda" Cavalieri: chitarre e cori
Stefano Capponi: chitarra elettrica
Alessandro "Doc" Santini: basso e pianoforte
Marcello Bramati: batteria





Il primo video caricato, a puro carattere esemplificativo e di prova (un vero numero zero!), va cercato scrivendo "de gregori cover martedi".


Presto ne seguiranno altri, molto migliori in qualità audio-video e musicale dato che quello già caricato è del gennaio 2006, ovvero della seconda prova insieme!!!


Commentate gente, commentate!

Hamilton ha poca voglia di lavorare?


Complice il clima festaiolo, Lewis Hamilton ha fatto sapere che, in vista della stagione 2008, non ha nessuna intenzione di fare un programma di lavoro intensivo come gli è successo l’anno precedente. La sua strategia è quella di rilassarsi e lasciare il lavoro “sporco” ai collaudatori.

“Lo scorso anno non sono mai mancato neanche ad una sessione di test insieme a De La Rosa e Alonso - ha spiegato il vicecampione del mondo - Quest’anno, invece, penso di non averne bisogno. Ritengo che per me sia più importante passare del tempo con la mia famiglia e se proprio ci sarà bisogno di me, potrò intervenire in videoconferenza dopo ogni giornata di test”.

Simpatico, non credete?

Lasciare lo sviluppo a De la Rosa ed al nuovo arrivato Kovalainen potrebbe peraltro essere un grave errore strategico.

giovedì 27 dicembre 2007

Per la scuola chi paga?


Certo, è inammissibile che la maggioranza o quasi degli studenti italiani ignorino per quale ragione alla notte segue il giorno e viceversa, è inammissibile che risultino all’ultimo posto nelle graduatorie di preparazione e apprendimento stilate a livello europeo. Sì, tutto questo è inammissibile. Poi, però, nella faccenda della crisi della nostra scuola c’è anche qualcosa di insopportabile. Molte cose. È insopportabile, ad esempio, che lo stesso ministro che per un anno ci ha assicurato che andava tutto bene ora organizzi i comitati d’emergenza per far fronte alla crisi; è insopportabile che gli stessi direttori generali, ideatori o complici di tutte le sciocchezze teoriche e pratiche che hanno portato la scuola alla rovina, restino indisturbati ai loro posti; è insopportabile che i consulenti, i pedagogisti, i sindacalisti, responsabili di decenni di malgoverno scolastico non siano chiamati quanto meno a renderne conto. O meglio: è sopportabilissimo. Ma è così che l’Italia affonda.

lunedì 24 dicembre 2007

Dida


Nuovo sport...farfallone!

Babbo Natale


Con che coraggio si può affermare che...NON ESISTE BABBO NATALE?

Non crederai ancora che tutto ciò che non vedi non esiste!

Buon Natale!

www.noveunonove.blogspot.com

Natale quello vero


Credere è proprio un qualcosa che va al di là della ragione. Perchè allora lasciarsi andare in qualcosa di vendicativo, di possessivamente proprio?

Molti non sono cristiani, o lo sono tre volte l'anno: eppure di questi tempi ecco regali, addobbi, cene, ricorrenze, parentadi convocati, baci, salamelecchi e via dicendo.

Ma non stiamo a rivendicare, per carità: pittosto rendiamoci conto di quanto sia belloe fraterno questo periodo dell'anno; poi lascerà spazio ancora a paure ed angosce, ma solo dopo il 25 dicembre, giorno di gaudio per ognuno, in regola o meno con i sacramenti.

In tutto questo c'è la grandezza di Dio che per festeggiare la sua Venuta tra di noi ogni anno regala gioia, gratis: questo lo comprendiamo a fatica; sforziamoci almeno di accettarlo prendendo esempio da Giona (che invece cade nel tranello del volere Dio tutto per lui).

Senza guardare chi sia buono oppure no, chi sia cristiano oppure no, chi sia suo tifoso oppure no.

Questa è la forza dell'amore. Il Natale, così come Dio, è di tutti.

Buon Natale, a tutti.

mercoledì 19 dicembre 2007

La pia Carfagna


A costo di incarnare la sgradevole figura del maramaldo o, peggio ancora, dello stupido spregiatore dei neoconvertiti, non riesco a resistere alla tentazione di segnalare l'intervista data a Romana Liuzzo, su «Panorama», da Mara Carfagna, chiamata dalla volontà del Caligola di Arcore a occupare un posto di deputata al Parlamento e a fare la coordinatrice del PdL accanto al paziente onorevole Bondi. La Carfagna ci presenta le sue credenziali di prima della classe dell'oltranzismo tutto casa e chiesa. Fidanzata? Attualmente no, «ma credo nella famiglia», precisa subito a scanso di equivoci. Una famiglia come? E lei prontissima: «Com'è stata quella dei miei genitori. Una famiglia normale. Vorrei tre figli. Ma mai fuori del matrimonio», in caso qualcuno osasse pensarlo. Cattolica insomma? No: «molto cattolica» è il fulminante rilancio, aggiungendo subito dopo: «Porto sempre due santini di Padre Pio nel portafoglio». Due? E noi atei devoti che ci siamo sempre accontentati di uno solo.

martedì 18 dicembre 2007

L'auto islamica


MILANO - Il crocifisso o il santino appaiono sul cruscotto di molte automobili nostrane, ma non sono optional forniti dalla casa di produzione. «Vai piano, Dio ti protegge» dice San Cristoforo, protettore degli autisti, e il guidatore credente si mette sulla strada più tranquillo. In Iran qualcuno però ha pensato di includere i simboli religiosi in quella che sarà la prima auto islamica ufficiale mai prodotta, e forse la prima vettura religiosa mai realizzata al mondo, se si eccettua la Papa-mobile. «Questa auto sarà prodotta con le tecnologie più recenti, e si confronterà con gli standard planetari quando debutterà su vari mercati nel 2011» ha annunciato Manouchehr Manteghi, presidente della casa automobilistica Iran Khodro.

OPTIONAL - Oltre a vari optional, l’acquirente potrà richiedere l’installazione di una bussola che indica sempre la direzione della Mecca e di uno scomparto fatto apposta per contenere il Corano. PARTENRSHIP COB LA RENAULT - L’azienda iraniana, che lo scorso anno ha prodotto più di 500mila tra auto e furgoni e ha già partnership importanti come quella con la Renault (per cui produce l’auto low-cost Logan), è stata scelta per guidare il progetto insieme alla Turchia e all’azienda malese Proton, dall’Organizzazione della Conferenza Islamica, la più grande organizzazione internazionale dopo l’Onu, che raccoglie 57 Paesi dislocati in Medio Oriente, Africa, Europa, Asia e Sud America e ha come scopo principale la promozione della solidarietà tra i suoi membri. Ed è proprio nelle nazioni islamiche che si concentrerà il business, anche se Manteghi ci tiene a precisare che “l’auto è in grado di competere non soltanto nei Paesi dell’Islam”, probabilmente anche per il suo prezzo piuttosto appetibile, già fissato tra il 6.000 e gli 8.000 euro.

Fantascienza


E se questo computer, che fa rumori sempre più sinistri, adesso decollasse?

Se decidesse di saltarmi addosso?

Sono certo che non lo possa fare?

Mi inquieta e mi assorda contemporaneamente...smetto di scrivere, pubblico il post e spegno.

Lo spengo.

Ubbidirà?

Natale


Ci scommetto che nevica tra due giorni è Natale,

ci scommetto dal freddo che fa


E da dietro la porta, sento uno che sale

ma si ferma due piani più giù

E' un peccato davvero

Ma io già lo sapevo che comunque

non potevi esser tu


E tu scrivimi scrivimi se ti viene la voglia

e raccontami quello che fai

Se sorridi nel mattino

e ti addormenti la sera

e se dormi, che dormi!

e che sogni che fai...

Appuntamento


Dopo la conferenza di maggio sulla visione cosmoteandrica dantesca, una nuova data per entrare a contatto con l'autore cardine della nostra letteratura, che da solo è una cultura:


Mercoledì 19 dicembre, ore 18.30 presso il Centro Culturale Aspra in via A. da Giussano 6


Dante: l'uomo in viaggio



Seguirà aperitivo!



A presto, Marcello Bramati

domenica 2 dicembre 2007

Partiti in liquidazione


Da Berlusconi a Veltroni è una corsa generale alla "liquidità", al "partito liquido" sinonimo di "mani libere" (un tempo si usavano "pulite", ma non è più quel tempo): al posto dell’arcaico iscritto rompicoglioni il discreto gazebo, al posto del tedioso congresso un "evento" e un paio di puntate a «Porta a porta», e così è tutto più soft, più smart, più easy, più "americano". Più comodo anche, perché, come si dice? "partito liquido" leadership solida. A questo punto però va riconosciuto il merito di precursore a chi di dovere: e cioè a Marco Pannella, inventore del primo partito usa e getta e tuttora un "liquidatore" come pochi. Da decenni liquida puntualmente chiunque gli faccia ombra, e da decenni è alla guida del Partito radicale. Sempre ostentando però il più assoluto rispetto delle regole. Dunque con regolari congressi, che vince sempre lui, e con regolari segretari che designa sempre lui e fanno sempre quello che dice lui. Un vero "liquidatore" insomma. E perciò inamovibile.

venerdì 9 novembre 2007

Fiaba n.1

Il minore di tre fratelli, lentiginoso in viso e rossiccio nel colore dei capelli folti e ricci, era un ragazzo considerato davvero d'oro da chiunque lo conoscesse.
I fratelli maggiori, ormai fuori casa perchè sposati e impegnati sempre in lunghi viaggi, spesso gli scrivevano ed era una sua grande passione rispondere celermente a loro.
Quando tornava da scuola con la bici, non faceva in tempo ad arrivare che si catapultava verso la cassetta delle lettere per cercare qualche notizia dei fratelli lontani.
Però da qualche tempo di posta per il nostro simpatico protagonista non ne arrivava più...

Uomo e natura

Toscana certo ma quasi Liguria
belle giornate di sole azzurro
camminare nei colori d'autunno
gli alberi sono anche gialli, è vero
la strada è amica e via di scoperte
i marmi scelti dal maestro hanno visto
anche me che non li so nemmeno guardare.
La natura è sempre amica
generosa e fedele e stupefacente
ma me ne accorgo solo a volte.
Tra me e lei ci sono chilometri di grigio
ogni punto cardinale è ostruito, sempre.
Manca l'aria.

mercoledì 24 ottobre 2007

Di Pietro ha sempre ragione? Beh, forse sì


L’informazione in Italia è funzionale al mantenimento dei poteri costituiti. Questa affermazione può apparire scontata, in particolare da parte mia e dall’Italia dei Valori che ci battiamo da tempo per un’informazione libera. I media hanno strumentalizzato la mia richiesta di restituire a De Magistris l’inchiesta Why Not trasformandola in una contrapposizione tra me e il ministro della Giustizia. La contrapposizione è invece tra il Paese e questa classe politica che non vuole farsi giudicare.Sul trasferimento di De Magistris, tranne rare eccezioni, sono d’accordo tutti, nel centro sinistra e nel centro destra. Se l’inchiesta di De Magistris avesse riguardato cittadini comuni e non dei politici ci sarebbero stati la richiesta di trasferimento di De Magistris, la continua fuga di notizie e la loro pubblicazione sui giornali, l’avocatura e, infine, il trasferimento degli atti dell’inchiesta alla procura di Roma? La risposta non può che essere negativa.
Why Not coinvolge in prima persona il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia in una vicenda legata all’erogazione di miliardi di euro di fondi europei in Calabria. De Magistris deve andare fino in fondo o il Governo sarà, di fatto, delegittimato.

Antonio Di Pietro

I ritardini




Ciò che è incomprensibile, che fa subito pensare di non essere in Europa, e che alla fine produce tra i passeggeri un'irata aggressività verso Trenitalia, Fs, o come diavolo altro adesso si chiama, non è il locomotore che si rompe non sono le porte automatiche tra i vagoni la metà delle volte malfunzionanti, o i vetri quasi sempre appannati dalla sporcizia. No, non è questo, e neppure il ritardo abissale di 30, 45 minuti, un'ora. No, tutto questo al limite si può capire. Quello che davvero non si capisce, invece, è il «ritardino stabile» — 8 minuti, 11, 15 — con il quale non c'è volta — una volta! che cos'è una volta? — che i treni italiani non arrivino a destinazione. La puntualità, si direbbe, è per loro un eterno miraggio, un dover essere inattingibile, un sogno, un'utopia. La puntualità italiana si ferma all'orario. La realtà non la riguarda.

domenica 21 ottobre 2007

D'Annunzio, Gabriele


STRINGITI A ME



Stringiti a me, abbandonati a me, sicura.

Io non ti mancherò e tu non mi mancherai.

Troveremo, troveremo la verità segreta

su cui il nostro amore potrà riposare per sempre,

immutabile.

Non ti chiudere a me, non soffrire sola,

non nascondermi il tuo tormento!

Parlami, quando il cuore ti si gonfia di pena.

Lasciami sperare che io potrei consolarti.

Nulla sia taciuto fra noi e nulla sia celato.

Oso ricordarti un patto che tu medesima hai posto.

Parlami e ti risponderò sempre senza mentire.

Lascia che io ti aiuti, poiché da te mi viene tanto bene!

Grazie Kimi


Oggi Raikkonen ha vinto il campionato del Mondo di Formula 1.

Ho intenzione di fare lui i complimenti e di ringraziarlo per diversi motivi:


  1. Ha battuto Hamilton, pilota veloce, futuro campione quasi sicuramente ma di indole subdola, che ha pagato la sua irruenza e la sua spacconeria proprio nelle ultime due gare, nel momento più cruciale della stagione.

  2. Ha tenuto per tutta la gara un ritmo inferiore al compagno di squadra e con questo comportamento ha invitato la Ferrari a fare ciò che sa far meglio: vincere? No, recitare! Bella la simulazione di sorpasso al pit-stop rallentando Massa facendolo rientrare prima e poi imponendogli qualche giro a ritmo moderato: più che vincere un trofeo sportivo potrebbero concorrere all'Oscar, bravi!

  3. Ha dimostrato che anche chi non è il più forte ha possibilità di vincere.

  4. Ha riconfermato la sua assoluta professionalità spendendo le prime parole per il suo primo titolo mondiale (ci ricordiamo le lascrime non solo di Senna, in estasi, ma anche del mediocre Hill o la gioia smodata del teutonico Schumacher) per la festa e il divertimento che seguirà alla vittoria che lo ha commosso ed emozionato tanto, come sempre.

Grazie davvero, Kimi Raikkonen!

mercoledì 17 ottobre 2007

Il classico primo della classe che sorride e ti frega appena può


Sei a 300 chilometri dalla conquista del Mondiale nella stagione del debutto. Come chiedere un autografo a Scarlett Johansson e ritrovarsi sull'altare con lei che dice sì. E tu che fai? Ti molleggi per il paddock come se fosse tutto normale, dici che vincere non ti cambierà la vita, sorridi e ti stupisci dello sguardo sorpreso di chi ti circonda. Non solo: sei plafonato con la stampa (italiana), tanto da sentirti dire "Non rispondere" dall'addetta stampa e ubbidire senza un bè (carisma..?), sei furbo ai limiti dell'agonisticamente bastardo e ai limiti del non agonisticamente antipatico.Insomma, una delusione. Come tutti quei cocchi di papà che alle presentazioni iniziali si spacciano per talenti tutto di un pezzo, fatti da sè e bla bla bla. Sei esattamente immagine e somiglianza di Ron Dennis e il pezzo potrebbe essere chiuso qui. Ma andiamo avanti. Giuri e spergiuri di non sapere niente della Spy Story mentendo, mentre Alonso collabora con la FIA parando la superlicenza a lui e a te. Per restare aui rapporti di inizio anno con Fernando: chiedi dritte sull'assetto, sbirci le telemetrie e chiedi l'autografo, poi lo freghi al primo momento utile o ti lamenti con il capo perchè passi metà gara attaccato ai suoi scarichi come è normale che sia a Montecarlo.L'elenco dei presunti favori del team non è il caso di stilarlo, l'ha già fatto un tifoso spagnolo ed è arrivato a dodici dubbi/sporche su sedici Gran Premi. L'evidenza parla di una squadra schierata per via della nazionalità, di un team principal schierato per via dei deliri di onnipotenza e dell'urgenza di dimostrare al mondo le qualità del ragazzino creato da lui. La colpa non è sua? Potrebbe essere un'osservazione pertinente, ma è Hamilton che si sta portando a casa il titolo grazie a questo e come se fosse tutto dovuto. Ecco perchè è umanamente una delusione. Non un guizzo, non una dichiarazione sorprendente: un'automa. Perfetto per guidare, molto meno per le pubbliche relazioni.

martedì 16 ottobre 2007

Lo zampino di...Baffino?


Ma che gli è saltato in mente all'«Unità», per salutare il successo di Veltroni di inventarsi come titolo a tutta pagina «La rivoluzione d'ottobre»? No, state pensando male: non perché quel titolo sembri svelare recondite nostalgie o un persistente amore represso per quel primo celebre exploit del comunismo. No, non per questo: ma semplicemente perché all'apparenza è un augurio, ma in realtà è di quegli auguri che non possono che portare jella. Sai che bell'auspicio la rivoluzione d'ottobre! Una roba che non solo diede il via a un mare di violenza, ma che soprattutto, vide i suoi dirigenti coinvolti in breve tempo, previa morte prematura del massimo ispiratore, in una serie interminabile di reciproche espulsioni, arresti, delazioni, torture, fucilazioni: fino alla vittoria finale, com'è noto, del più cattivo. «Rivoluzione d'ottobre»? Deve essere stato un suggerimento di D'Alema.

mercoledì 10 ottobre 2007

Ministro senza Borsellino


"Dopo anni di inadempienze, ho fatto concedere io la pensione alla famiglia Borsellino. Ricordo a Salvatore Borsellino che, come vede, non disprezzo le persone per bene che hanno portato avanti un'idea di giustizia nell'ingiustizia" (Clemente Mastella, ministro della Giustizia, conferenza stampa, 5 ottobre 2007).


"Voglio far notare in primo luogo al Ministro Mastella che non mi risulta di avergli mai contestato di disprezzare 'le persone per bene che hanno portato avanti un'azione di giustizia nell'ingiustizia' e domandargli se pensa che esista una ragione per la quale avrei dovuto farlo. In secondo luogo gli ricordo che, non essendo il sottoscritto né coniuge né figlio di Paolo Borsellino, ma bensì fratello, non può spettarmi alcuna pensione vitalizia e che questa viene in ogni caso assegnata dallo Stato e non 'concessa' dal ministro. In terzo luogo, gli faccio sapere che il sottoscritto si è rifiutato di presentare la domanda di erogazione, da parte anche in questo caso dello Stato e non del ministro, della 'provisionale', prevista dalla legge, che può essere richiesta dai familiari delle vittime di mafia che si costituiscano parte civile nel realtivo processo. Il sottoscritto ritiene infatti che compito precipuo delle Stato doverebbe essere, prima che l'erogazione di anticipo su un impossibile 'risarcimento', il rendere giustizia alle vittime della mafia" (comunicato di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, 6 ottobre 2007).

Detto e non fatto


Per quale oscura maledizione capita che in Italia i ministri non riescano quasi mai a mantenere le loro promesse? Prendiamo il ministro dell'Interno, Giuliano Amato. L'inverno scorso, di fronte ad una raffica di omicidi nel Napoletano più fitta che mai, era sceso in quella città dicendo «ora basta», promettendo che le forze dell'ordine non avrebbero più dato respiro alla delinquenza, che Napoli sarebbe tornata vivibile. Detto e «non» fatto: ieri un povero tabaccaio è stato l'ennesima vittima di una catena di delitti che prosegue inarrestabile; mentre da mesi, naturalmente, il ministro dell'Interno non si fa sentire né si preoccupa di spiegare perché le cose a Napoli e dintorni continuino ad andare così male, cos'è che non ha funzionato. E così lo Stato italiano fa la figura del solito Stato inefficiente, inaffidabile, che parla tanto per parlare, incapace di mantenere i propri impegni: e Beppe Grillo e Michele Santoro si leccano i baffi, pregustando comizi e palinsesti.

venerdì 5 ottobre 2007

Se lo assolvono è uno scandalo


"Ho l'impressione che non succederà nulla, è uno scandalo, si vedeva benissimo come si comportava". E' un'entrata dura quella di Fernando Alonso nei confronti di Lewis Hamilton che dopo le prove libere del venerdì attende ancora la decisione della Federazione Internazionale a proposito di quanto accaduto domenica al Fuji. "Se lo assolvono domenica dobbiamo tutti scendere dalla macchina e sederci sulla griglia di partenza". Insomma Fernando è caricato a pallettoni e nella sua battaglia personale ha trovato un mucchio di alleati. Il primo è Franz Tost, team manager della Toro Rosso, che barattando l'annullamento della penalizzazione di Vettel ha portato ai commissari di gara il video che ieri ha riaperto l?inchiesta. Poi la Ferrari, senza dimenticare Flavio Briatore che nel caso di squalifica retroattiva di Hamilton dal Gran Premio del Giappone potrebbe festeggiare la vittoria di Kovalainen, l'unica della Renault nel 2007.

giovedì 4 ottobre 2007

mercoledì 3 ottobre 2007

SI FA PRESTO A DIRE BLOG


C'è un modo finto e un po' magliaro di vivere la modernità che sembra essere tutto italiano e di cui sembrano essere a loro modo campioni quel gran numero di candidati sindaci e governatori di regioni — ci sono quasi tutti: da Moratti a Veltroni, da Galan a Vendola — i quali, come racconta Riccardo Ferrazza sul «Sole 24 ore», alla vigilia delle elezioni si sono affrettati ad aprire un sito o un blog allo scopo di apparire moderni, alla mano, desiderosi come non mai di partecipazione e di dialogo con i cittadini; ma poi, invece, una volta eletti si sono ben guardati dall'aggiornarli e dal farsi trovare all'appuntamento su internet. Tutto finisce con la loro vittoria, insomma: «passata la festa gabbato lo santo» e chi s'è visto s'è visto. Anche per essi, in omaggio a un'antica convinzione nazionale, l'importante alla fine non è la sostanza ma fare una «bella figura». La modernità e la democrazia vanno bene sì, ma senza esagerare. E soprattutto finché conviene.

martedì 2 ottobre 2007

Consigli


Beh, un consiglio in libreria: Vito Mancuso, "L'anima e il suo destino"

E uno a teatro: teatro "Il Trebbo" a Milano, in via de Amicis. Davvero un cartellone interessante (Per informazioni sui corsi e sugli spettacoli: 0258105512 – info@trebbo.it)

Per chi ne vuole sapere di più, sono qui.

Fiabe e Favole...


C'era una volta un piccione troppo curioso...Giacomo si trovava in un bosco e aveva davanti agli occhi una nave enorme: come era arrivata lì?...

Bastano poche parole per accendere la fantasia e perdersi nei generi letterari più originali, no?

Sondaggi e letteratura

Cosa pensano gli italiani della loro lingua? Quanto la conoscono realmente? E i giovani come si accostano all'idioma che fu di Dante e Manzoni? A questa domande cercano di rispondere i sondaggi realizzati da Eurisko, Ipsos e Istituto Piepoli. Ne esce fuori il ritratto di un paese ancora alle prese con la sua "questione linguistica". Autocritico sulla propria competenza ma desideroso di migliorare. Severo con gli oratori pubblici, legato alla propria lingua ma ancora alla ricerca di un'identità collettiva. E desideroso di vedere apprezzato l'italiano nel resto del mondo, con iniziative che lo valorizzino rispetto alla dilagante avanzata delle molte lingue franche.
Meglio i giornalisti dei politici. La lingua è il riflesso dell'identità di un popolo. Quella italiana restituisce un'identità collettiva peculiare, per certi versi ancora in formazione. Un problema diffuso anche in segmenti portanti della popolazione. Secondo il sondaggio Eurisko solamente il 51% degli italiani percepisce attorno a sè un'adeguata conoscenza dell'italiano. Più indulgenti verso se stessi: il 68% ritiene di possedere buone competenze. Una consapevolezza diffusa soprattutto tra i più giovani, che sale di pari passo con il titolo di studio acquisito. Ma a cosa è ancorata l'identità italiana? Le tre parole giudicate più belle da quanti hanno partecipato al sondaggio (amore, mamma, pace) evidenziano l'importanza di alcuni caratteri comuni: le emozioni, l'importanza delle relazioni ma anche l'attenzione al privato. Indulgenti con se stessi ma fortemente esigenti verso i "testimonial mediali" della loro lingua.
Più grammatica e storia. Meglio la grammatica e la storia dell'inglese, più attenzione a storia e geografia rispetto all'informatica.Lo pensa così il 75% del campione Ipsos, che dimostra così di approvare la proposta fatta in questa direzione dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni. Un passo necessario per migliorare la conoscenza dell'italiano. Molto di più si dovrebbe fare anche per sostenere l'uso della lingua nel mondo. Secondo il 70% degli intervistati gli sforzi fatti in questa direzione sono inadeguati. Gli strumenti più utili sarebbero gli scambi culturali, le scuole all'estero e la valorizzazione del cinema nazionale.
I giovani tra Dante e Moccia. Guardano molto la televisione, usano sempre di più le nuove tecnologie e non dimenticano libri e quotidiani. Amano il loro Paese e quanti lo hanno illustrato nei secoli, non disprezzano la scuola, anzi desiderano che migliori con l'organizzazione di eventi culturali. Il ritratto dei giovani italiani, secondo l'Istituto Piepoli, restituisce un quadro migliore di quanto si pensa solitamente. Più di tre ragazzi su quattro si collegano ad Internet almeno una volta a settimana (il 56% lo fa tutti i giorni). Attenti alle nuove tecnologie, ma senza dimenticare i tradizionali mezzi di comunicazione: il 40% dei ragazzi legge libri non scolastici durante la settimana mentre il 54% sceglie un quotidiano. Quasi tutti poi dichiarano di amare il loro paese (il 94%), a cui associano subito la Nazionale di Calcio e la cucina. Un sentimento di orgoglio a cui legano poeti e autori che meglio lo rappresentano. Capita così che Dante (38%) e Manzoni (42%), gli autori classici preferiti, convivano con Ungaretti (26%) e Pirandello (26%), i più amati del XX secolo. E cosa più insolita con Moccia (21%), Camilleri (16%) e Faletti (14%), i contemporanei che riscuotono più successo. Un calderone di saperi ma anche una ricchezza per il futuro.

domenica 30 settembre 2007

Piegato, sì


Non scrivo da un po'. Sono stato al matrimonio di mia cugina ma me lo ricordo poco; l'influenza che covavo probabilmente da qualche giorno è esplosa in Emilia Romagna, ieri, al posto della festa.

E così bisogna far buon viso a cattiva sorte anche stavolta, anche se guidare è stato un inferno, anche se i miei parenti non li ho quasi salutati, anche se volevo passare due giorni e mezzo con Daniela, due giorni bellissimi e speciali come tra noi accade, e invece sono diventati uno strazio causa malessere.

Mal di testa, nausea, voglia di star bene e dura realtà da contrastare. Ma me ne faccio una ragione, passerà come smetterà di piovere.

Scusatemi tutti perchè un po' ho guastato questa fine di settembre.

lunedì 17 settembre 2007

lunedì 10 settembre 2007

Buon anno!


Buon anno scolastico, stavolta, soprattutto agli insegnanti. Trattati come fastidiosi insetti dallo Stato e dalle famiglie, dai presidi e dai genitori. Sottopagati, disprezzati, vessati, fotografati dai telefonini e messi su Youtube, dipendenti di un ministero ignorante che sbaglia i test d’ingresso all’Università e i temi della maturità, depressi, stanchi, precari a vita, giudicati fannulloni o lobbisti dei libri di testo, condannati al frastuono di una classe o, ancora peggio, al silenzio della medesima, costretti a tenere il conto di debiti e crediti e a compilare pagelle con sigle e codici. E tre giorni prima che si cominci, qualche pierre governativo ci viene a dire che tornerà il tempo pieno, e che i nostri figli avranno di nuovo tabelline e grammatica. Meraviglioso, ma chi ci crede? In tre giorni? Con migliaia di cattedre vuote? Insegnare, in Italia: il mestiere più importante di tutti, tra tutti il più bistrattato.

domenica 9 settembre 2007

Ci siamo...


Il pizzo e Confindustria


Prodi ha dichiarato che la decisione di espellere da Confindustria gli imprenditori che pagano il pizzo è: “Un bellissimo esempio”. Molti altri si sono dichiarati a favore.Io credo che sia invece un grosso errore.Espellere chi è soggetto a estorsione da parte della mafia senza rimuovere prima le cause, senza riportare sotto il controllo dello Stato intere aree in cui la criminalità la fa da padrona è un controsenso.Si confondono le cause con gli effetti e si agisce solo su questi ultimi. I lavavetri si combattono impedendo l’ingresso ai clandestini in Italia e rendendo realmente esecutiva l’espulsione, non criminalizzando chi lava i vetri di un’automobile. Lo stesso vale per chi paga il pizzo. Vanno eliminate le cause, anche politiche, che determinano la forza della mafia prima di chiedere il conto a chi ne è vittima. Al posto degli imprenditori che pagano il pizzo vanno espulsi gli imprenditori che con la mafia fanno affari, in Sicilia come al Nord, e che alla mafia devono le loro fortune. Vanno altresì espulsi gli amministratori della Pubblica amministrazione siciliana con dimostrate relazioni con esponenti della mafia. E per finire vanno cacciati da Confindustria gli imprenditori condannati in via definitiva per reati come corruzione, tangenti, falso in bilancio ed evasione fiscale. Quando Luca Cordero di Montezemolo ne proporrà l’espulsione mi congratulerò con lui.

Pagelle ai piloti, per una volta


Alonso voto 10 - Nel momento più difficile della sua carriera dimostra di avere attributi fuori media. Batte il compagno di squadra e annienta la Ferrari con una facilità imbarazzante. Insomma ha bussato ancora alla porta di chi a Maranello deve decidere.

Hamilton voto 8 - Ha capito già di sabato che con un Alonso così carico il secondo posto era il miglior risultato possibile. Per mantenerlo ha fatto due numeri da paura, resistendo all'attacco di Massa dopo la partenza e staccando la vernice rossa dalla macchina di Raikkonen a 11 giri dalla fine. Un sorpasso cattivo, pulito, deciso.

Raikkonen voto 6,5 - Ha corso con il collo bloccato causa botto da paura nelle libere del sabato. Per lui la Ferrari ha confezionato una strategia da taxista, nel senso di portare in fondo la macchina stracarico di benzina con una sola sosta ai box. Lui ha fatto il suo dovere girando come un metronomo, assistendo impotente all'assalto di Hamilton. Ma non è così che si vincono i mondiali.

Heidfeld voto 7 - La sensazione è che abbia fatto l'abbonamento a quei piazzamenti lì, quarto o quinto senza nessuno davanti da attaccare, senza nessuno dietro dal quale doversi difendere. E' precisino Heidfeld, ma quasi non lo noti lì nel mucchio.

Kubica voto 6,5 - Lui si fa notare grazie al disastro che combinano i suoi meccanici ai box. Il cavalletto incastrato sotto l'ala anteriore è una scena buona per le comiche, non quando sulla divisa hai stampato il marchio BMW. Quest'anno la sfiga si sta prendendo cura spesso del pilota polacco. Grande sorpasso su Rosberg (7,5), a sua volta protagonista di un week-end da urlo.

Massa n.g - Ha il merito di averci almeno provato, ingaggiando il duello ruota a ruota con Hamilton nelle prime curve. Sembrava più in palla di Raikkonen, ma ha potuto dimostrarlo per 8 giri appena.

Trulli e Fisichella voto 5 - Finiscono con la faccia triste, uno dietro l'altro in pista, lontani purtoppo dalla zona punti. Davanti si ritrovano ancora nomi e volti di ragazzi più giovani pronti a prendere il loro posto.

giovedì 6 settembre 2007

Portieri


Ho visto portieri subire gol paradossali solo perchè poco Sereni

Ho visto portieri decisamente brutti ma altri decisamente Carini

Ho visto portieri dopo papere memorabili diventare Rossi dalla vergogna

Ho visto portieri guardare il pallone rotolare in rete dopo essergli goffamente scivolato dalle Dida

Ho visto portieri menare il Kahn per l'aia

Ho visto un portiere fondamentalista ostinarsi a parare ogni volta solo con Lehmann

Ho visto un portiere che quando sembrava ormai gol ha Toldo il pallone da sotto la traversa

Ho visto un portiere ubriacarsi e poi fare il Buffon

Ho visto un portiere portare Doni a tutta la sua grande difesa

Ho visto un portiere affranto e disperato piangere per un gol subito come una Fontana

Ho visto queste ed altre cose bizzarre quando di mezzo ci sono stati portieri per cui, se ti capitasse di incontrarne uno, non ignorarlo ma piuttosto...Guardalben.




Perdonatemi, è stato un flusso di coscienza.

domenica 2 settembre 2007

Quel che è giusto è giusto


Gli anni da ex ferrarista non sono stati proprio di quelli così belli da raccontare in futuro e con emozione ai nipotini, ma il 2007 del brasiliano Rubens Barrichello si appresta comunque a finire in archivio con una bella notizia. Il pilota della Honda F1 si è visto infatti assegnare dalla rivista brasiliana 'Racing' il "casco d'oro" come miglior pilota del Brasile nella decade 1997-2007.
A decretare vincente il nome di Barrichello una giuria composta da 70 giornalisti, che ha messo sotto la lente di ingrandimento le prestazioni offerte negli ultimi dieci anni da trenta piloti brasiliani attivi nelle diverse categorie dell'automobilismo. Principale avversario di Barrichello sulla strada che conduceva al premio si è rivelato Ingo Hoffmann, stella indiscussa del campionato nazionale di Stock Car, da questi vinto ben 12 volte. Al terzo posto il ferrarista Felipe Massa, che vince il premio per l'anno 2007.
Hoffmann, che in F1 ha gareggiato appena un paio di anni per la scuderia Copersucar-Fittipaldi (si era nel 1976-77) però non ha potuto vantare al pari del più famoso collega la militanza nella scuderia Ferrari e i due piazzamenti d'onore ottenuti al volante della rossa di Maranello nelle stagioni 2002 e 2004.

Grazie Rubens, ti ho ritagliato un articolo freddo ma ti dispenso un abbraccio caloroso tutto per te, che non ti sei mai risparmiato e che sei troppo spesso stato sottovalutato, schernito. Ma veloce, eccome.

Io lo so.

Tu pure.

Michael anche.

Il resto, che si arrangi.

Forse questo premio rende un pochino giustizia.

sabato 1 settembre 2007

Si riprende


Le ferie sono finite. Non che non abbia lavorato in questo tempo, però lunedì tre settembre tornerò a scuola, sentirò l'odore dei registri, le voci dei colleghi, ci saranno le prove generali in vista del dieci settembre, quando nuovi alunni scopriranno il mio volto e vecchi allievi con più o meno piacere lo rivredranno.

Sarà un anno impegnativo, molto. Moltissimo.

Devo confessare che sono fiducioso e ripongo nella stagione scolastica anche diverse speranze che sia davvero esaltante, soprattutto in alcune classi, soprattutto con alcuni colleghi, il prof. Vacchelli innanzitutto.
Si parlerà di romani, di greci, di Cristoforo Colombo, di impatto ambientale, di letteratura, di San Paolo, di come si scrive, di quanto si legge, di Bibbia, di leggi giuste e di regole grammaticali. Di Dante.
Mi risparmierò poco sul lavoro, sicuro di averne un ritorno umano triplo rispetto a quello economico. Macchè dico triplo, incommensurabilmente superiore.

Buon anno anche ai ragazzi, farò di tutto perchè le mie materie non siano oggetti misteriosi, armi contundenti.

Si comincia!

venerdì 31 agosto 2007

Cartina muta


Quando ero bambino dovevo studiare i fiumi
e il Po era il più lungo di tutti e dovevo studiare i laghi
e il Garda era il più grande di tutti
e il prof mi diceva su disegnali
sulla cartina, ma la cartina era muta
muta e così bianca e anche io ero muto
e bianco guardavo i compagni
e loro mi facevano segno a est ancora più a est
e a nord e ancora più a nord e le province lombarde?
E Lecco?
Dov'è Lecco? La cercavo la cercavo
e non lo trovavo era così lunga l'Italia!Non la trovavo ma
oggi l'ho trovata finalmente
sono qui, ancora muto e bianco come quando
davanti al prof mi arrivava un voto che sapevo
non potesse essere un granchè. Non ti preoccupare
diceva il mio compagno di banco Pierpaolo
che di cognome si chiamava Zani. La vita ora
la conosco meglio, grazie al prof, alla cartina muta,
al mio compagno di banco e agli altri.
E soprattutto grazie a Lecco, che ora fa parlare
non solo una cartina che era muta ma tutta una vita.
Che sorride.

Quando un bambino piccolo così dimostra un cuore grande così


"Caro maestro Francesco,

le volevo dire che è stato un bel maestro; le volevo anche dire che voglio che stia bene a casa sua lì a Palermo e che le piaccia il suo nuovo lavoro e che lo faccia con molto piacere.

Dirò sempre una preghiera per lei perchè lei stia bene a casa sua, perchè la famiglia sia felice ed il lavoro vada bene. Le scriverò sempre e mi impegnerò tutto l'anno a scuola come vorrebbe lei.

E mi impegnerò per prendere più mance possibili per venire lì a Palermo per abbracciarla fortissimo e rivederla.

P.S. Mi stavo scordando di dirle che mi ha insegnato molto in questi quattro anni e la volevo ringraziare perchè con lei sono cresciuto bene."

Matteo Chiarelli





Grazie Matteo, hai scritto davvero dei sentimenti bellissimi.

martedì 28 agosto 2007

Le ricette di Veltroni



Mi sono sottoposto volentieri alla lettura della fittissima mezza pagina dell’«Unità» con ampi estratti del discorso fatto l’altro ieri a Parigi da Walter Veltroni, pensando che se uno va apposta a Parigi ci va senz’altro per dire qualcosa di significativo. Macché. Mi sono dovuto sorbire una minestrina sciapa sciapa di buone intenzioni, di ovvietà, di concetti surgelati. Una sequela di «viviamo grandi e profondi cambiamenti», di « mutamenti climatici», d’incertezza «radicata e complessa», e poi ancora «il Nord e il Sud del mondo», e «servono risposte nuove», e «i vecchi schemi non reggono più», e «i giovani», e così via da un’epocalità all’altra fino alla libertà: naturalmente «libertà di tutti e non di pochi». Bene, ma a parte che sarebbe interessante sapere se c’è un solo candidato alla guida del Pd che su queste vacuità non sia d’accordo, perché Veltroni non ci indica una buona volta una, almeno una soluzione concreta, da lui proposta per iniziare a cambiare il mondo?

lunedì 27 agosto 2007

Campionato che passione!


Madame et monsieur et voilà
il campionato eccolo qua
buon campionato agli interisti
che hanno smesso di essere tristi
buon campionato ai rossoneri
a quelli modesti e a quelli alteri
buon campionato ai napoletani
che buona la pizza con quelle mani
buon campionato alla Sampdoria
che tanto simpatica è la sua storia
buon campionato agli amici granata
con tutti quei giocatori dalla crapa pelata
buon campionato alla Capitale
con quella squadra che può fare male
e.... vabbuò, dai...
buon campionato anche a voi juventini
a patto che rimangano spenti i telefonini.

mercoledì 22 agosto 2007

Siamo tutti uguali?


Valentino Rossi fa tornare alla ribalta la solita ma non noiosa "questione morale".

Il pilota sembra avere pesantemente evaso le tasse. L'opinione pubblica, che spesso non analizza le cose con criterio ma bada al populismo si è così divisa: chi cerca di affossare Rossi anche sfruttando il difficile momento sportivo del pesarese (devo dire del londinese!?) e chi invece ritiene che si debba cavalcare ancora l'amore della gente per il Dottore e grida che "siamo tutti uguali, chi non l'avrebbe fatto al suo posto?"

Ci sarebbe tanto da scrivere: anzitutto sui giornalisti, ormai incapaci di riflettere e dare un propria opinione senza prima pensare a chi leggerà e a soddisfare i desideri di questo appunto.

Secondariamente, pongo un quesito: secondo voi, siamo tutti uguali?

Per ora mi fermo qui, vorrei leggere dei commenti e delle risposte e questa domanda. Tra qualche giorno proverò a rispondere io.

Fotografie


Andare in vacanza in Italia ed essere a 1500 km da Milano sembra impossibile, date le dimensioni dello Stivale, eppure Lampedusa permette questo volo pindarico.

Ripensando ai giorni sull'isola, mi vengono in mente fotografie non per forza scattate dalla macchinetta fotografica, ma immortalate dalla mente e incancellabili.

Tra queste la strada principale lampedusana, lastricata e deserta, il "canuzzu" di Licciardi, gli aerei nel loro pericoloso ed instabile viavai, il mare così splendido tanto che anche i cani lo avvicinano nonostante il caldo atroce.

Il motorino, spagnolo e nuovo fiammante. E poi la casa e i vicini incredibilmente di Lecco!

Fotografie impresse e indimenticabili dicevo, come i sentimenti così forti e tutti positivi che hanno pervaso cuore anima e cervello grazie a Daniela, il cui amore è prima di tutto e potrebbe rendere piacevole anche una vacanza all'Asinara (ha reso fattibile un volo -anzi due- per me non così facilmente digeribile).

Quanti ricordi, quanta voglia di rivivere e di ricordare, che bello ricordare!

Vorrei saper scrivere per tradurre questo flusso di emozioni.

Di getto, ripensando ora a quei giorni, la mia mente è come un baule pieno di foto, ricolmo di belle foto ma disordinate e che tutte quante meritano una spiegazione, meritano del tempo da spendere per raccontare aneddoti e significati.

Piano piano cercherò le più significative e, facendo ordine, le rivivrò sul blog.


Rientro


Ed eccomi qui, dopo una lunga assenza, più lunga delle vacanze.

Mi ha presa un po' la pigrizia di scrivere, peccato grave e non remissibile. Ora però cerco di riprendere confidenza con la tastiera (che bello sarebbe scrivere con la penna, ma farei dei danni al mio schermo).

Rientro tra le file della mia vita, tra impegni che si fanno sempre più vicini, facce riviste e facce che non si rivedranno per un po', così come i luoghi.

Via, il ghiaccio è rotto, è ancora agosto ma sembra proprio tanto la metà di settembre, quindi si ricomincia! Mi viene da dire "buon anno!"

sabato 21 luglio 2007

Vacanza



Ecco, io tra poche ore parto per Lampedusa. Sarò isolato, come la natura del luogo suggerisce, sarò riposato, in compagnia della mia ragazza e del clima estivo e gradevole del sud italiano.

Sarò laggiù, vecchio obiettivo missilistico libico, per otto giorni.

A presto, buone vacanze anche a voi!

lunedì 16 luglio 2007

Il bowling ai tempi del faraone


Sono ancora gli egizi a far parlare di sé con la loro capacità unica di aver precorso i tempi. E questo anche quando volevano divertirsi un po'. La scoperta è frutto della missione archeologica dell'Università di Pisa realizzata sul sito greco-romano di Narmouthis (a 100 km a sud-ovest del Cairo, nell'oasi del Fayum). Qui i ricercatori italiani hanno riportato alla luce quella che può essere considerata la più antica pista da "bowling" ossia il gioco con le grosse bocce che servono per abbattere dei birilli. Il divertimento si teneva all'aperto, su di un pavimento appositamente realizzato con mattoni di limo, il noto fango fertilizzante del Nilo Si è giunti alla conclusione che su di esso si giocava a bowling dove aver scoperto una scanalatura non molto larga che termina in un buco di 12 cm di diametro con una piastra in terracotta sistemata sotto di esso. A ciò si è aggiunto il ritorvamento di due piccole bocce di pietra levigata dello stesso diametro della scanalatura che venivano lanciate, proprio come si fa con la moderna boccia da bowling nello stretto corridoio. "E' una costruzione unica; verosimilmente è il primo tentativo di praticare un gioco simile al moderno bowling", afferma Edda Bresciani, egittologa a capo della missione. Il tutto risale ad un'età compresa tra il III e II secolo avanti Cristo
Perché è interessante questa scoperta? Aristide Malnati è archeologo all'Università Cattolica di Milano: "Il ritrovamento così inusuale è destinato ad allargare la nostra conoscenza sulle attività ludiche in Egitto. Sullo stesso scavo o nel corso di operazioni archeologiche su siti vicini sono stati in più occasioni rinvenuti giochi per bambini o per adulti: bambole (in legno o in pezza), piccoli palloni anch'essi di pezza, trottole o giochi con bastoncini. Erano tutti oggetti che allietavano la vita già di per sé vivace dei giovani egizi in quelle zone; e poi i dadi, gli strumenti per giocare alla morra o forme di intrattenimento ludico più complesse (come un antico backgamon, con regole a noi ignote). E' un aspetto questo, ancora troppo poco noto del mondo egizio che ci aiuta ad immaginare però, come si intrattenessero tra loro gli adulti degli stessi antichi villaggi" Nella stessa area archeologica è stata scavata recentemente anche una ulteriore area di svago e riposo: un sistema idraulico ad oggi senza paralleli, degno dell'ingegneria idraulica dei romani: si tratta di una cisterna ricavata nella roccia fino all'attacco della volta e fornita d'acqua da un condotto a sua volta collegato a un canale esterno al villaggio. Ancora Malnati: "Erano le terme di Narmouthis dove giovani fanciulle o matrone più attempate si recavano per migliorare l'aspetto fisico; e lì vicino gli uomini si cimentavano nel bowling sul campo appena trovato: era probabilmente la zona ricreativa di questo antico villaggio" I recenti scavi hanno infine rivelato particolari informazioni sulla vita delle guarnigioni romane, che di volta in volta si sono succedute a presidiare l'abitato e la zona. L'esplorazione degli alloggiamenti militari ha continuato a fornire con abbondanza i barilotti di forma ellissoidale destinati a contenere la razione quotidiana di vino. Un grande ambiente intonacato e decorato a motivi geometrici era forse il quartiere del capo del "castrum" (l'alloggiamento militare). Il villaggio cambiò fisionomia con l'avvento del cristianesimo e con il tramonto dell'Impero romano; tanto che nell'epoca del fiorire delle chiese prima e delle moschee poi, avvenne inesorabile lo smantellamento o la perdita di valore di molte strutture precedenti, come la cisterna o come il campo da bowling. In seguito, con l'avanzata del deserto, Narmouthis fu abbandonata.

mercoledì 11 luglio 2007

A me pare uguale agli dei

A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli

e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce

si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.

E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.

Saffo

sabato 7 luglio 2007

Buona la quarta!

Tra il dire ed il fare ce ne passa, questo lo sappiamo, e lo sapevano anche i nostri vecchi che lo scandivano a suon di proverbi. Pinzolo, ai piedi delle Dolomiti. Tra cinque giorni ci arriverà la Juve ad allenarsi, ma fino ad allora le strade saranno battute dai soli runners amatori, più o meno allenati. Ecco, io sono tra quelli che sono a Pinzolo prima della Juve e precisamente tra i meno allenati.
La voglia però è tanta. Voglia di tornare a correre, voglia di buttar giù qualche chilo di troppo, voglia di fare sport per rimettermi un pochettino in sesto.
La voglia di spaccare il mondo c’è da quando a Milano ho preso in mano le scarpe per correre. E quasi non mi ricordavo più di che colore fossero. La voglia aumenta salendo in auto verso le Dolomiti, vedendo il sole, gli altri indaffarati a macinare chilometri.
E così arrivo al dunque. Scarpe allacciate, sole in faccia, pronti partenza via. E dopo pochi minuti la schiena mi manda un messaggino: “Ahi, guarda che così mi fai male!”
Mmh…devo fare un po’ di stretching e mentre lo inizio mi viene in mente il perché ogni volta che voglio correre smetto subito; per la schiena non spezzata ma piegata ormai da due anni e passa.
Riparto. Certo, non corro da mesi e mesi: nell’ultima partita di calcio che ho giocato, a maggio, ho fatto 3 interventi rispettivamente con i reni (2) e con un polmone (1) e per forza di cose dopo trentacinque minuti mi si accende la spia della riserva: il fiato è finito.
Tornare verso casa è uno strazio: fiato corto, milza in fiamme, sorpassi subiti come fossi una Stilo che partecipa ad un gran premio di Formula 1. Il morale è basso, ma sono ben cosciente che le attenuanti sono parecchie.
Quello, il morale, crolla nelle due uscite successive: senza sole, con lo stesso poco fiato, con le gambe più dure, con la schiena un po’ meno prima donna ma senza senza senza vedere incrementi.
Arriva Venerdì, oggi. Solito rituale, lo scetticismo è diradato dal sole oggi finalmente degno di essere griffato “luglio”. Dopo pochi chilometri, nulla. Niente fiato corto, niente schiena lancinante, niente gambe dure.
Sono a metà strada, sono fresco! Il morale, quello che per scendere in basso ci aveva messo quattro giorni, in sediciminuti-dico-sedici è alto come l’Adamello che è qui dietro.
I pensieri si susseguono, i programmi si fanno chiari: il fiato è spezzato, ora si và. Arrivo alla fine del mio solito giro ma dopo una breve occhiatina alla stradina di casa le mie scarpe voltano a destra, dirette: oggi si fa il doppio. Sì, il doppio esatto rispetto alle altre volte.
Arrivo a casa, stanco ma nemmeno tanto. Lo ero di più le altre volte, sissignore. Oggi ho volato.
E ho pianificato. Di sfasciare le suole delle mie scarpe da running questa estate.
Tra il dire ed il fare ce ne passa, ma il fiato per dirlo adesso ce l’ho!

venerdì 29 giugno 2007

Elogio dell'esonero di Fabio Capello


Chiedo scusa per l'impertinenza, ma ci provo lo stesso. Ora che la notizia è ufficiale e ha fatto il giro del mondo, è possibile – senza che nessuno si offenda – dire che il Real Madrid ha fatto bene, anzi benissimo a cacciare Capello? Sì, avete capito bene: proprio lui, Fabio Capello, l'allenatore che non più tardi di 10 giorni fa ha condotto i Galacticos alla conquista del 30° titolo di campione di Spagna al termine di una memorabile rimonta ai danni del Barcellona. Come dite? Non era mai successo che un allenatore vincitore di uno scudetto venisse esonerato? Il blasone di Capello, che ha conquistato titoli a bizzeffe, non meritava di subire un'onta del genere? Il Real pagherà amaramente la decisione presa? Può darsi. D'altronde, che il calcio sia il regno dell'impossibile è cosa nota: se Cannavaro è diventato Pallone d'Oro perché giudicato più bravo di Buffon, Ronaldinho ed Henry, ci sta anche che il Real conquisti il titolo e a mo' di ringraziamento decida di dare un calcio nel sedere al suo allenatore. Ci sta un po' meno, semmai, che commentatori, opinionisti e mass-mediologi si straccino le vesti fingendosi scandalizzati. Come direbbe quello: scandalizzati de che? Seguitemi.
Quante volte ci è capitato di leggere (o di ascoltare) pistolotti e articolesse che stigmatizzavano la cacciata di un allenatore colpevole, unicamente, di aver perso qualche partita di troppo? Quante volte abbiamo biasimato la fretta, il cinismo e la leggerezza di presidenti incapaci di cavalcare l'onda emotiva del momento e sempre pronti a dare l'allenatore in pasto alla folla? Quante volte abbiamo scosso la testa davanti alla crudeltà dell'assunto: “Nel Calcio Conta Solo Vincere”? Cento? Mille? Un milione di volte?
Ebbene. Se tutto questo è vero, se la visione del calcio – e diremmo: della vita – non può ridursi al principio che “conta solo vincere”, allora, se gli opinionisti e i commentatori del pianeta-pallone non vogliono recitare la parte di chi predica bene e razzola male, dovrebbero applaudire, e non ironizzare, alla decisione presa dai dirigenti del Real Madrid: che nonostante il trionfo riacciuffato dalla squadra in extremis, con le unghie e coi denti e con una caparbietà e un orgoglio degni di miglior causa, hanno giudicato che la stagione del club fosse stata insoddisfacente, e la gestione dell'allenatore – al secolo Fabio Capello – carente. E a dispetto del titolo vinto, hanno concluso che i motivi di delusione e di malcontento superassero di gran lunga quelli di soddisfazione. Morale: siccome nel calcio non conta solo vincere (l'abbiamo sempre detto, no?), Capello è stato esonerato. Perché per i dirigenti del Real Madrid, a ragione o a torto, l'allenatore italiano ha fondamentalmente fallito.
Giusto? Sbagliato? Gli specialisti del Pistolotto non hanno dubbi: cacciare un allenatore vincente è una bestemmia, un sacrilegio, un'eresia. Capello passa metà stagione a fare danni, in campo e fuori, come neanche un elefante in cristalleria? Non importa, perché alla fine Capello vince. Capello col dito medio alzato manda 'affanculo in mondovisione i tifosi che lo fischiano e lo contestano? Non importa, perché alla fine Capello vince. Capello infama Beckham, uno dei più impeccabili professionisti della storia del calcio, mandandolo in tribuna e additandolo al pubblico ludibrio per il solo fatto di aver annunciato il passaggio, a fine stagione, ai Galaxy di Los Angeles, salvo poi doversi ricredere, riportandolo in squadra a furor di popolo? Non importa, perché alla fine Capello vince.
E invece, cari signori, guardate un po' che cosa combinano i dirigenti del Real Madrid! Che a sorpresa, nel momento meno indicato della stagione, il momento dell'euforia e del trionfo, comunicano al mondo il contrordine: non è vero che non importa se Capello fa l'elefante in cristalleria; non è vero che non importa se Capello manda 'affanculo i tifosi; non è vero che non importa se Capello manca di rispetto, e offende ignobilmente, un giocatore bravo e un uomo di valore come Beckham. Tutt'altro. È anzi così importante che un allenatore, nel 2007, agisca con rispetto, con educazione e con equilibrio, e cerchi di soddisfare a 360 gradi le aspettative migliori della gente – pubblico, giocatori, dirigenti - che Capello, l'uomo che non sorride, l'uomo che non deve chiedere mai, l'uomo capace solo di vincere, viene bocciato. Cacciato. Messo alla porta. Con questo, dando a tutti – Capello per primo - una memorabile lezione di stile. Stile con la S maiuscola.
E d'altronde. Immaginate una grande casa di moda – poniamo Dior – che decide di affidarsi a un nuovo stilista per rinnovare la sua griffe. E immaginate che a fine stagione i conti dicano che le vendite sono aumentate, ma che i vestiti abbiano preso ad assomigliare sinistramente a quelli che si vedono in vetrina alla Upim o alla Standa. Che fa Dior? Ringrazia lo stilista per l'impegno profuso ma non ci pensa due volte e lo mette alla porta, prima che i danni all'immagine del marchio diventino irreparabili. Legittimo? Ci sembra di sì, non trovate?
Ebbene: i dirigenti del Real Madrid sono stati grandi. Ci hanno insegnato che nella vita si può imboccare una strada sbagliata, ma è possibile tornare indietro anche se tutti, ma proprio tutti, ti invitano a tirare dritto, che va bene così. Come dire: puoi sposare una donna bellissima, o un uomo ricchissimo, e accorgerti che la tua vita si svolge lo stesso all'insegna della più totale e completa infelicità. E allora, siccome si vive una sola volta - e la vita può essere una cosa meravigliosa - anche se il mondo non capisce, ti ribelli e dici basta.
E scappi di prigione.

E torni a vivere.

Pausa

Cari miei lettori (scrivo al plurare ma non ne sarei così certo),
mi prendo una breve pausa di una settimana. Leggete e commentate, scrivete cosa vorreste leggere e pensate cosa vorreste commentare: un circolo culturale virtuoso insomma!
A presto, non fate le pecore, ma gli uomini!!
Marcello

giovedì 28 giugno 2007

Piangi piangi


Piangi piangi, che ti compero una lunga spada blu di plastica, un frigorifero
Bosch in miniatura, un salvadanaio di terra cotta, un quaderno
con tredici righe, un’azione della Montecatini:
piangi piangi, che ti compero
una piccola maschera antigas, un flacone di sciroppo ricostituente,
un robot, un catechismo con illustrazioni a colori, una carta geografica
con bandierine vittoriose:
piangi piangi, che ti compero un grosso capidoglio
di gomma piuma, un albero di Natale, un pirata con una gamba
di legno, un coltello a serramanico, una bella scheggia di una bella
bomba a mano:
piangi piangi, che ti compero tanti francobolli
dell’Algeria francese, tanti succhi di frutta, tante teste di legno,
tante teste di moro, tante teste di morto:
oh ridi ridi, che ti compero
un fratellino: che così tu lo chiami per nome: che così tu lo chiami
Michele.


E' una poesia di Edoardo Sanguineti, di una nitidezza e di un amore davvero splendidi.

Che cosa ne pensate?

mercoledì 27 giugno 2007

Pubblicità...ma utile per saggiare il mondo del lavoro.


Tengo a pubblicizzare una azienda amica, grazie per la pazienza: visitatene il sito, conoscetene i proprietari, andate a vedere: scoprirete come vive una media impresa, in espansione (caso raro) ed onesta (caso rarissimo) nel nostro Belpaese!

Sarà istruttivo ed affascinante capire qualcosa di più circa la manifattura italiana buttando un occhio al di là del muro, toccando con mano le realtà lavorative, no? Buon viaggio!


L'impresa: la BLS s.r.l. è l’unica azienda italiana produttrice di facciali filtranti rispondenti alla normativa europea EN 149:2001 e marcati CE.
Lo stabilimento è ubicato a Milano, nei pressi della Bovisa e si sviluppa su una superficie di 1500 metri quadrati. Gli impianti a ciclo continuo sono studiati dalla divisione ReD e realizzati all’interno della stessa azienda. L’organizzazione commerciale diversificata per settori merceologici opera sul mercato italiano, europeo e medio-orientale con una rete di agenti e distributori locali.

Quando lo sport fa sorridere



Non c'è pace al Milan. Dopo il coinvolgimento nell'inchiesta sui bilanci truccati, oggi Gilardino ha detto che resta.


Todt dice che prima del G.P. di Montecarlo hanno sabotato la Ferrari: forse quando qualcuno ha fatto firmare Raikkonen.


La Gazzetta dello Sport comunica che la medaglia commemorativa di Recoba, che doveva uscire oggi, uscirà quando Recoba avrà qualcosa da commemorare.

martedì 26 giugno 2007

Martini e lo strappo sui Dico: la Chiesa non comandi dall’alto


Avanza piano col bastone nella Chiesa di Santa Caterina, accanto alla Basilica della Natività. Per festeggiarne gli ottant’anni, l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi ha guidato il pellegrinaggio di 1.300 pellegrini milanesi che scandiscono «Carlo Maria» battendo le mani. E lui, il cardinale Martini, a dispetto delle sopracciglia imbiancate come i tetti di Betlemme («mai successo, una messa di Natale a marzo e addirittura nevica!»), ha nello sguardo la solita luce d’ironia mentre ringrazia i fedeli e invita la Chiesa ad «ascoltare la gente»: «È un grande compito che dobbiamo portare avanti, per il quale io prego nella mia intercessione quotidiana: che ci sia dato, anche come Chiesa italiana, di dire quello che la gente capisce: non un comando dall’alto che bisogna accettare perché è lì, viene ordinato, ma come qualcosa che ha una ragione, un senso, che dice qualcosa a qualcuno... ».
Due giorni prima, a Nazareth, il cardinale Tettamanzi aveva parlato di famiglia e della necessità di «avvicinare» i non credenti e le coppie di fatto adottando («E se non ci pensa la Chiesa, ci penserà il Signore») lo stile evangelico. Ora il biblista Martini commenta accanto al successore la lettera di San Paolo a Tito, l’invito a «vivere con sobrietà, giustizia e pietà», e sillaba: «Sono parole laiche, questo mi colpisce». Ecco il punto, spiega più tardi: «Bisogna farsi comprendere ascoltando anzitutto la gente, le loro necessità, problemi, sofferenze, lasciando che rimbalzino nel cuore e poi risuonino in ciò che diciamo, così che le nostre parole non cadano come dall’alto, da una teoria, ma siano prese da quello che la gente sente e vive, la verità dell’esperienza, e portino la luce del Vangelo».
Niente discorsi «strani o incomprensibili», ma «parole che tutti possono intendere: anche chi non pratica una religione o chi ne ha un’altra, perché sono il primo passo». Martini dice di «non credere molto nel dialogo interreligioso », perché «ciascuna religione è un po’ incasellata nel suo schema, e gli schemi si ripetono », però c’è «un livello di verità delle parole che vale per tutti, credenti e non, e in cui tutti si sentono coinvolti e parte di una responsabilità comune». Il cardinale parla dell’età, «sono giunto nella lista d’attesa, di chiamata», e lo fa «senza rimpianti, sereno», San Paolo dice che «non c’è proporzione tra le sofferenze del presente e la gloria che ci attende».
Così invita la Chiesa alla fiducia. Clima ostile? «Le nostre comunità troppo spesso si lamentano, con buoni motivi, ma senza accorgersene rimangono un po’ imprigionate in questa lamentosità: e questo è il gioco del demonio». Ai parroci scontenti, racconta, «io dicevo: ma non avete dei beni di cui ringraziare Dio? Ecco, cominciate a fare l’elenco delle cose belle perché la vostra fede in una situazione così secolarizzata è già un miracolo, un dono di Dio. Bisogna partire dalle cose belle, magari poche, e ampliare. Invece l’elenco delle cose che mancano è senza fine. E tutti i piani pastorali che partono dalla lista delle lacune sono destinati a dare frustrazione anziché speranza».
Rapporti difficili tra Chiesa e modernità? «La modernità non è una cosa astratta, ci siamo dentro, e ciascuno di noi èmoderno se vive autenticamente: non è questione di tempi ma di essere realmente presenti, in ascolto». Come sulla famiglia: «Ricordo che avevo fatto un discorso di Sant’Ambrogio, sarebbe da riprendere oggi». Vi metteva in guardia dal «panico d’accerchiamento » e dal «tentativo di imporre come d’autorità una nostra concezione della famiglia ». Bisogna promuoverla, ripete: «È una istituzione che ha una forza intrinseca, la forza non è data dall’esterno e da chissà dove. Bisogna che questa forza sia messa in rilievo, che la gente la desideri, la ami, e faccia sacrifici per essa».
Farà discutere. Ma fu Martini a parlare della «necessità» di discutere liberamente. Ora sorride e conferma: «Non era neanche un auspicio mio, ad esempio l’aveva già fatto Karl Rahner: la necessità di una pubblica opinione nella Chiesa. Se poi sia aumentata o diminuita non saprei dirlo perché venendo a Gerusalemme, fuori dei doveri pubblici, mi sono posto l’impegno a osservare rigorosamente Matteo 7,1: non giudicate e non sarete giudicati. Quindi non giudico perché con la misura con cui giudico sarò giudicato anch’io. Ma l’auspicio è questo».