mercoledì 24 ottobre 2007

Di Pietro ha sempre ragione? Beh, forse sì


L’informazione in Italia è funzionale al mantenimento dei poteri costituiti. Questa affermazione può apparire scontata, in particolare da parte mia e dall’Italia dei Valori che ci battiamo da tempo per un’informazione libera. I media hanno strumentalizzato la mia richiesta di restituire a De Magistris l’inchiesta Why Not trasformandola in una contrapposizione tra me e il ministro della Giustizia. La contrapposizione è invece tra il Paese e questa classe politica che non vuole farsi giudicare.Sul trasferimento di De Magistris, tranne rare eccezioni, sono d’accordo tutti, nel centro sinistra e nel centro destra. Se l’inchiesta di De Magistris avesse riguardato cittadini comuni e non dei politici ci sarebbero stati la richiesta di trasferimento di De Magistris, la continua fuga di notizie e la loro pubblicazione sui giornali, l’avocatura e, infine, il trasferimento degli atti dell’inchiesta alla procura di Roma? La risposta non può che essere negativa.
Why Not coinvolge in prima persona il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia in una vicenda legata all’erogazione di miliardi di euro di fondi europei in Calabria. De Magistris deve andare fino in fondo o il Governo sarà, di fatto, delegittimato.

Antonio Di Pietro

I ritardini




Ciò che è incomprensibile, che fa subito pensare di non essere in Europa, e che alla fine produce tra i passeggeri un'irata aggressività verso Trenitalia, Fs, o come diavolo altro adesso si chiama, non è il locomotore che si rompe non sono le porte automatiche tra i vagoni la metà delle volte malfunzionanti, o i vetri quasi sempre appannati dalla sporcizia. No, non è questo, e neppure il ritardo abissale di 30, 45 minuti, un'ora. No, tutto questo al limite si può capire. Quello che davvero non si capisce, invece, è il «ritardino stabile» — 8 minuti, 11, 15 — con il quale non c'è volta — una volta! che cos'è una volta? — che i treni italiani non arrivino a destinazione. La puntualità, si direbbe, è per loro un eterno miraggio, un dover essere inattingibile, un sogno, un'utopia. La puntualità italiana si ferma all'orario. La realtà non la riguarda.

domenica 21 ottobre 2007

D'Annunzio, Gabriele


STRINGITI A ME



Stringiti a me, abbandonati a me, sicura.

Io non ti mancherò e tu non mi mancherai.

Troveremo, troveremo la verità segreta

su cui il nostro amore potrà riposare per sempre,

immutabile.

Non ti chiudere a me, non soffrire sola,

non nascondermi il tuo tormento!

Parlami, quando il cuore ti si gonfia di pena.

Lasciami sperare che io potrei consolarti.

Nulla sia taciuto fra noi e nulla sia celato.

Oso ricordarti un patto che tu medesima hai posto.

Parlami e ti risponderò sempre senza mentire.

Lascia che io ti aiuti, poiché da te mi viene tanto bene!

Grazie Kimi


Oggi Raikkonen ha vinto il campionato del Mondo di Formula 1.

Ho intenzione di fare lui i complimenti e di ringraziarlo per diversi motivi:


  1. Ha battuto Hamilton, pilota veloce, futuro campione quasi sicuramente ma di indole subdola, che ha pagato la sua irruenza e la sua spacconeria proprio nelle ultime due gare, nel momento più cruciale della stagione.

  2. Ha tenuto per tutta la gara un ritmo inferiore al compagno di squadra e con questo comportamento ha invitato la Ferrari a fare ciò che sa far meglio: vincere? No, recitare! Bella la simulazione di sorpasso al pit-stop rallentando Massa facendolo rientrare prima e poi imponendogli qualche giro a ritmo moderato: più che vincere un trofeo sportivo potrebbero concorrere all'Oscar, bravi!

  3. Ha dimostrato che anche chi non è il più forte ha possibilità di vincere.

  4. Ha riconfermato la sua assoluta professionalità spendendo le prime parole per il suo primo titolo mondiale (ci ricordiamo le lascrime non solo di Senna, in estasi, ma anche del mediocre Hill o la gioia smodata del teutonico Schumacher) per la festa e il divertimento che seguirà alla vittoria che lo ha commosso ed emozionato tanto, come sempre.

Grazie davvero, Kimi Raikkonen!