mercoledì 17 ottobre 2007

Il classico primo della classe che sorride e ti frega appena può


Sei a 300 chilometri dalla conquista del Mondiale nella stagione del debutto. Come chiedere un autografo a Scarlett Johansson e ritrovarsi sull'altare con lei che dice sì. E tu che fai? Ti molleggi per il paddock come se fosse tutto normale, dici che vincere non ti cambierà la vita, sorridi e ti stupisci dello sguardo sorpreso di chi ti circonda. Non solo: sei plafonato con la stampa (italiana), tanto da sentirti dire "Non rispondere" dall'addetta stampa e ubbidire senza un bè (carisma..?), sei furbo ai limiti dell'agonisticamente bastardo e ai limiti del non agonisticamente antipatico.Insomma, una delusione. Come tutti quei cocchi di papà che alle presentazioni iniziali si spacciano per talenti tutto di un pezzo, fatti da sè e bla bla bla. Sei esattamente immagine e somiglianza di Ron Dennis e il pezzo potrebbe essere chiuso qui. Ma andiamo avanti. Giuri e spergiuri di non sapere niente della Spy Story mentendo, mentre Alonso collabora con la FIA parando la superlicenza a lui e a te. Per restare aui rapporti di inizio anno con Fernando: chiedi dritte sull'assetto, sbirci le telemetrie e chiedi l'autografo, poi lo freghi al primo momento utile o ti lamenti con il capo perchè passi metà gara attaccato ai suoi scarichi come è normale che sia a Montecarlo.L'elenco dei presunti favori del team non è il caso di stilarlo, l'ha già fatto un tifoso spagnolo ed è arrivato a dodici dubbi/sporche su sedici Gran Premi. L'evidenza parla di una squadra schierata per via della nazionalità, di un team principal schierato per via dei deliri di onnipotenza e dell'urgenza di dimostrare al mondo le qualità del ragazzino creato da lui. La colpa non è sua? Potrebbe essere un'osservazione pertinente, ma è Hamilton che si sta portando a casa il titolo grazie a questo e come se fosse tutto dovuto. Ecco perchè è umanamente una delusione. Non un guizzo, non una dichiarazione sorprendente: un'automa. Perfetto per guidare, molto meno per le pubbliche relazioni.

martedì 16 ottobre 2007

Lo zampino di...Baffino?


Ma che gli è saltato in mente all'«Unità», per salutare il successo di Veltroni di inventarsi come titolo a tutta pagina «La rivoluzione d'ottobre»? No, state pensando male: non perché quel titolo sembri svelare recondite nostalgie o un persistente amore represso per quel primo celebre exploit del comunismo. No, non per questo: ma semplicemente perché all'apparenza è un augurio, ma in realtà è di quegli auguri che non possono che portare jella. Sai che bell'auspicio la rivoluzione d'ottobre! Una roba che non solo diede il via a un mare di violenza, ma che soprattutto, vide i suoi dirigenti coinvolti in breve tempo, previa morte prematura del massimo ispiratore, in una serie interminabile di reciproche espulsioni, arresti, delazioni, torture, fucilazioni: fino alla vittoria finale, com'è noto, del più cattivo. «Rivoluzione d'ottobre»? Deve essere stato un suggerimento di D'Alema.