domenica 22 febbraio 2009

Obrigado Candido


A dir il vero non so da che parte cominciare; vorrei evitare la retorica e non farmi guidare solo dalla commozione e dal dispiacere cercando di mettere in pratica le lezioni di stile che Candido Cannavò mi ha indirettamente dato scrivendo per tanti anni di sport.

Lo stile di Cannavò non è facilmente descrivibile ma vorrei provare a qualificarlo con qualche aggettivo.

Reale. Cannavò non si è mai lasciato andare a facili entusiasmi ma ha sempre pensato e scritto tenendo bene i piedi per terra ed evitando che si creassero miti sportivi quando non ce n'era bisogno.

Multiforme. Il Direttore, che apertura mentale! Capace di spaziare e di scrivere di calcio, di ciclismo, di motori, di sport olimpionici con il giusto modo, senza fingere competenze da assoluto conoscitore ma scegliendo un tono che non mettesse il giornalista sotto i riflettori ma il fatto narrato.

Piacevole. E' sempre stato bello leggere Cannavò, non c'è dubbio: mai una frase fuori luogo e di contro un senso del limite straordinario unito ad indubbie capacità di scrittore; indubbiamente il giornalista sportivo più capace che io abbia conosciuto.

Libero. Cannavò con la sua capacità giornalistica e l'autorità che si è guadagnato sul campo è sempre stato indipendente e capace di scrivere anche contro l'opinione pubblica: penso a Pantani '99 o al caso Valentino Rossi di due estati fa. Trovare un direttore di testata libero da condizionamenti esterni è una vera rarità, e non solo nello sport.

Idealista. Cannavò aveva un'idea dello sport davvero splendida; lo show e lo spettacolo mediatico era in secondo piano seppur presente (non considerare questi elementi sarebbe stato ingenuo) ma al primo posto c'è sempre stata la passione, la fatica e i valori che senza il suo cantore per eccellenza forse saranno da oggi meno presenti nelle discipline sportive.

Esemplare. Solo un aneddoto, da Repubblica.it: Stracandido, come lo aveva soprannominato Teocoli, passerà anche alla storia per essere stato uno dei pochi personaggi pubblici ad aver detto no nel 2003 a "Scherzi a parte": "E' una cosa volgare, non vi darò mai il permesso per trasmettere questa roba". Forse non bisognerebbe aggiungere altro.

Reale. Sì, ma questa volta inteso con altro significato. Cannavò re del giornalismo sportivo e davvero mille miglia superiore a tutti i suoi colleghi.



Sei uno dei miei maestri, ti ricorderò, pregherò e ti leggerò ancora per imparare qualcosa (che ipocrisia sarebbe dichiarare di imparare solo dai soliti noti: Candido Cannavò, un faro del giornalismo italiano).