lunedì 13 luglio 2009

Filosofia vs. Letteratura


La letteratura indaga sulle grandi domande, ricerca la Verità, scava nelle personalità, tocca l'odio e l'amore perso, ritrovato, fortunato e completo, disgraziato e finito. E lo fa affascinando, curvando le parole per la bellezza e il piacere di immergersi nella ricerca e nel bello contemporaneamente.

La filosofia no. Ogni meccanismo (vocabolo inutiulizzabile per parlare di letteratura ma ottimo per spiegare i processi filosofici) ogni meccanismo dicevo è reso complicato, ideale, esplicabile solo con immagini all'apparenza semplici e terrene ma realmente lontane dalla comprensione concreta.

Ogni concetto va così definito e spesso si usano termini che necessitano a loro volta di altre spiegazioni tecniche e definizioni di termini che vanno ancora chiariti.


Dante si definisce filosofo cioè curioso e assetato di sapere e di capire, di conoscere.

I castelli della filosofia propriamente detta mi lasciano basito e con a gola secca, arsa.


Insomma, serve la filosofia intesa come sforzo muscolare della materia grigia? Non consiodero la filosofia inutile o fine a sè stessa ma la vedo soccomente rispetto alla letteratura che ha i medesimi fini ma mezzi radicalmente diversi, certamente migliori.


E' necessario dare una definizione di ogni cosa come fa la filosofia? l'Homo Sapiens si differenzia dagli altri perchè è capace di astrarre: dunque per sentirci davvero uomini accettiamo anche il non detto e diamo voce alla simbologia e alla sua Musa, la letteratura.

Poco tempo fa ho assistito ad una conferenza: dopo due ore di dissertazioni filosofiche il relatore ha concluso con una frase tratta dal Piccolo Principe che ha riassunto e spiegato meglio di 120 minuti di interessante ma stradifficile discorso. E' stata un'altra grande vittoria!
E per voi, chi vince?

Il mirino di Ross e la differenza tra gioco di squadra e ordini di scuderia


E’ un ragazzo tenace Mark Webber: veloce, aggressivo, spavaldo e da ieri anche vincente. Dopo tanti anni di formula 1 e qualche occasione sprecata finalmente ha centrato primo posto il sabato e ha bissato la prima posizione domenica, proprio davanti al suo compagno di squadra, il prededente al titolo Sebastian Vettel, più giovane, veloce, biondo e tedesco di lui.
In casa Red Bull funziona così: il più veloce arriva davanti. Senza badare alla classifica ma puntando alla competizione pura; in questo modo i due piloti sono sereni e motivati a star davanti al collega di box che è come si diceva una volta il primo avversario da battere.
Mark Webber ha così la possibilità di dimostrare maturità e costanza, Seb Vettel può crescere respirando spirito sportivo e dare spazio ai suoi sprazzi di grandissimo talento: chi la spunterà non lo sappiamo a metà stagione e mi pare logico.
Nel team diretto concorrente per la vittoria finale le cose non funzionano così. In BrawnGP si sa già che Jenson Button arriverà davanti a Barrichello alla fine di questo campionato, anzi si sa già che arriverà davanti ad ogni singolo gran premio. E a pensarci bene lo si sapeva già da Melbourne.
Qualche conferma? Il cambio sostituito per precauzione a Rubens che lo ha arretrato in griglia, il teatrino del gran premio di Spagna, le gomme dure montate in Q3 al posto delle morbide, il carico di carburante sempre a favore di Button nelle primissime qualifiche -in modo da far prevalere Jenson di pochi centesimi, sempre-, la frizione ballerina della Turchia, la ciliegina sulla torta del Nurburgring: sosta ai box con problema al bocchettone (qualcuno si stupirebbe di sapere che è stata una messinscena?), rientro anticipato di Barrichello rispetto a Button sovvertendo l'ordine naturale che per due soste si era mantenuto, il sorpasso ai box.
Che differenza tra BrawnGP e Red Bull!
E' andata bene a Webber, se avesse corso per il team bianco all'uscita dell'ultima curva sarebbe stato puntato da un franco tiratore del suo team e poi centrato per dare due punticini immeritati in più al compagno: il mirino di Brawn non perdona e a gennaio decide chi puntare.
C'è una grande differenza tra gli ordini di scuderia e il gioco di squadra: i primi sono sleali, i secondi sportivi e bellissimi e hanno scritto grandi pagine di sport.
Quando un pilota è privato in ogni modo della propria posizione a vantaggio di altri è sempre una brutta cosa: questi gli ordini di squadra che Brawn applica anche per un punticino (Spagna 09, Nurburgring 09, Zeltweg 02...).
Diverso il gioco di squadra: è legittimo e giusto che, per fare un esempio, Barrichello protegga Button da Alonso nell'ultima frazione di gara nel GP di Germania di ieri; sono sicuro che se Barrichello si fosse trovato lì per suoi meriti e non per piani perversi di squadra avrebbe fatto il suo senza battere ciglio perchè nello sport c'è anche lo spirito di squadra (si pensi al ciclismo: un corridore di punta ha una giornata nera ed esce di classifica e poi si mette volentieri ad aiutare il nuovo capitano; altra cosa sarebbe obbligarlo a rinunciare a vincere quando invece potrebbe farlo). E' brutto che il mirino di Ross abbia quasi fatto passare per corretto questo modo di concepire lo sport: non è economia e nemmeno finanza; deve vincere il migliore, il più veloce e poche storie. Invece si finisce per biasimare chi non spiana il fucile sul pilota più indietro in classifica a favore del prescelto a tavolino. Complimenti.