venerdì 1 maggio 2009

Ayrton, ci manchi tu.


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Ayrton era così: un fratello, il tuo migliore amico, un padre, un insegnante di quelli che ti passano la materia e la passione fino a farti innamorare del suo mondo e della sua figura. E così si sapeva dei suoi amori, sempre fantastici, dello sci nautico e del paradiso terrestre che era la sua abitazione in Brasile, della sua amicizia con Berger e della pasta in bianco. E così si vedevano le prove del sabato e si aspettava l’ultimo minuto sicuri che Senna avrebbe fatto la pole, proprio prima della fine del collegamento, proprio quando l’immagine sfumava e la voce di Poltronieri pian piano svaniva… Io ero un ragazzo ma questa storia potrebbe essere scritta al plurare perchè tutti i tifosi di Ayrton lo sentivano molto più che un pilota e basta, sebbene il migliore, senza alcun dubbio. Sì perchè Senna pur avendo lottato e non solo vinto contro Prost, Piquet, Mansell, Lauda e tanti altri è sempre sembrato di un altro pianeta. I racconti degli addetti ai lavori sono tanti e sempre bellissimi; le gesta del campione epiche vale a dire mitiche, quasi magiche. Magic appunto, così era detto Ayrton Senna da Silva. Qualsiasi cosa si scriva su Senna non potrà essere esaustiva e allora proverò a dissotterrare qualche immagine che oggi, come ogni Primo Maggio, mi passa per la mente, in disordine ma in modo chiaro. Oggi è bello ricordare l’uomo capace di fare 65 pole position su 161 partenze, capace di fondare una organizzazione umanitaria seconda solo ad Unicef per aiutare ed assicurare un avvenire ai bambini delle favelas brasiliane, capace di fare lo zingaro per anni in giro per l’Europa dimenticandosi l’impero brasiliano che lo avrebbe aspettato al di là dell’Oceano, capace di vincere il GP d’Europa 1993 doppiando tutti, capace di pregare per Nelson Piquet che lottava tra la vita e la morte dopo che questo per anni lo aveva infangato in ogni maniera, capace di tener dietro Mansell nel 1993 a Montecarlo per 6 giri davvero memorabili, capace di mandare a quel paese il Presidente della Federazione senza mezzi termini, capace di alzare il morale al Brasile il suo Paese incapace di uscire dalla povertà e dalla diseguaglianza. Capace di dire per radio, a poco dallo schianto imolese, ad Alain Prost, rivale aspro e forte: “Alain, ci manchi”. Ayrton, ci manchi tu.

2 commenti:

Perizio ha detto...

E' vero ci manca tanto tanto - Per me la F1 non è più la stessa.

Unknown ha detto...

Ayrton Senna era un individuo dotato di grande carisma in tutti i sensi, sia fuori che dentro la pista. Un individuo straordinario come pochi ce ne sono stati e ce ne saranno. Il carisma quello autentico, deriva dal "fonte battesimale" ed in lui aveva assunto la forma di una presenza divina, che lo accompagnava in ogni mentre della sua vita, e lo rendeva unico ed irripetibile nei suoi comportamenti e nelle sue gesta, fuori e dentro i circuiti. Un grandissimo ed incommensurabile uomo, il cui esempio di vita è paragonabile alla fede, quella vera, autentica, che viene coltivata attimo per attimo nei meandri nascosti del cuore e dell'anima, lontano dai riflettori e dalle ipocrisie delle persone. Il mondo non è più lo stesso, lo sport della F.1 npn sarà mai più lo stesso, dopo il sacrificio e la dipartita del suo più geniale talento naturale. Ogniqualvolta mi sfiora il pensiero che mi riconduce a quei tempi, non posso fare a meno di provare "un angustioso magone" che stempero dirottando il pensiero altrove. Per sempre nei ns. cuori e nei ns. ricordi.....Riposa in pace nella bontà e misericordia di Dio. Speriamo ci guardi da lassù....un sostenitore che non ha mai potuto accettare la sua prematura scomparsa. Eugenio