martedì 25 novembre 2008

I russi e i ragazzi


Quarta ginnasio, la scuola è iniziata da sessanta giorni ormai e il ritmo si è preso.

Oggi occorre lavorare ancora sulle diescrizioni; è un impegno che porta a scoprire nuovi modi di scrivere e che permette ai ragazzi di notare i loro miglioramenti di volta in volta e non è un particolare trascurabile.

Inizio a leggere loro alcune descrizioni famose famosissime e poi ci lavoriamo un po' su, sempre godendole innanzitutto e ai ragazzi piace.

Viene il momento di Dostoevskij.

- Come si scrive prof?

- Lo scrive lei alla lavagna?

- E' russo prof?

-Si scrive Dostoe-vi-esse-cappa-i-gei, non lo scrivo alla lavagna, sì è russo e ora ve lo scrivo.

A questo punto apro la borsa con l'intenzione di leggere le prime due pagine de "L'idiota", ottocentoquaranta pagine rilegate in edizione economica con una copertina arancio-rossiccia.

Lo sto per estrarre, ne spunta qualche centimetro...

- No prof, quello è un mattone assurdo!- se ne esce F. con un'espressione sul viso che è un misto di rassegnazione e sconforto - ce lo leggerà tutto?!

Povero Dostoevskij: i ragazzi non possono che approcciarlo in malo modo; il nome è impronunciabile, i libri enormi...

Eppure, dopo solo due paginette, ecco che si vendica perchè attira, spiega, affascina, descrive curvando le parole.

Speriamo che sia solo l'inizio...

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