Quarta ginnasio, la scuola è iniziata da sessanta giorni ormai e il ritmo si è preso.
Oggi occorre lavorare ancora sulle diescrizioni; è un impegno che porta a scoprire nuovi modi di scrivere e che permette ai ragazzi di notare i loro miglioramenti di volta in volta e non è un particolare trascurabile.
Inizio a leggere loro alcune descrizioni famose famosissime e poi ci lavoriamo un po' su, sempre godendole innanzitutto e ai ragazzi piace.
Viene il momento di Dostoevskij.
- Come si scrive prof?
- Lo scrive lei alla lavagna?
- E' russo prof?
-Si scrive Dostoe-vi-esse-cappa-i-gei, non lo scrivo alla lavagna, sì è russo e ora ve lo scrivo.
A questo punto apro la borsa con l'intenzione di leggere le prime due pagine de "L'idiota", ottocentoquaranta pagine rilegate in edizione economica con una copertina arancio-rossiccia.
Lo sto per estrarre, ne spunta qualche centimetro...
- No prof, quello è un mattone assurdo!- se ne esce F. con un'espressione sul viso che è un misto di rassegnazione e sconforto - ce lo leggerà tutto?!
Povero Dostoevskij: i ragazzi non possono che approcciarlo in malo modo; il nome è impronunciabile, i libri enormi...
Eppure, dopo solo due paginette, ecco che si vendica perchè attira, spiega, affascina, descrive curvando le parole.
Speriamo che sia solo l'inizio...
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